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Visualizzazione dei post da maggio, 2007

Lei è qui per lavorare?…

La Grande Società SuperEsperta aveva come cliente principale una Società UltraEsperta, che aveva come cliente principale una Grande Azienda… La Grande Società SuperEsperta aveva come fornitori principali una serie di consulenti esterni, molti dei quali erano stati di fatto “internati” nella Grande Società SuperEsperta, ed a questi consulenti esterni internati venivano affidate varie mansioni sul genere schiavistico, tra le quali l’andare a fare fisicamente i lavori (leggi rilievi, misurazioni, analisi documentazione esistente, pulizia della m€§da…) presso i clienti dei clienti dei clienti… Dalla somma di queste cose, io, umile consulente esterno internato presso la Grande Società SuperEsperta, mi trovai un giorno al cancello di Grande Azienda, armato di una valigetta da supertecnico e di un biglietto con il nominativo della persona che dovevo incontrare… Mi trovai davanti un elemento addetto alla sorveglianza, che pareva l’incarnazione delle peggiori barzellette sui personaggi in

C@##o!!! …scusi, Madre…

Era uno di quei giorni in cui le cose normalmente cominciano male e proseguono peggio, fino a raggiungere il limite della catastrofe (ed a superarlo…) Arrivato in ufficio, trovo la comunicazione di GrandeCapo che mi ordina di dirigermi da un cliente per fare delle immediate verifiche strumentali… Il cliente è molto particolare, in quanto si tratta di una Casa di Riposo, quindi le verifiche vanno fatte con un certo criterio, ed inoltre è gestita da personale religioso (suore…), quindi il verificatore deve comportarsi con un certo criterio… (ed io non sono un tipo molto paziente e tollerante, specie con le suore…, anche perché hanno tendenzialmente il vizio di impicciarsi di ogni cosa, in particolare di quello che non capiscono, ma vogliono egualmente dire la loro e pretendere che gli altri diano loro retta...) Avendo preso lo strumento, una borsa degli attrezzi e l’apposito mezzo di locomozione, mi dirigo verso la sede del cliente, dove vengo accolto da una suora molto gentile che mi

Il principio dell’imbuto…

Era giunto il periodo di fare le verifiche periodiche da un cliente, adibito a Casa di riposo… Poiché l’addetto all’ufficio tecnico ero io, toccava a me dirigermi presso il cliente con la strumentazione ed effettuare le verifiche previste, quindi carico in macchina lo strumento, una serie di cacciaviti, pinze e forbici e uno dei Cantieristi, e mi dirigo verso la sopracitata casa di riposo per svolgere un’attività che di riposante non aveva nulla… Stranamente, tutto procede per il meglio, finché non si giunge a quello che nella planimetria in mio possesso era segnato come “Quadro Cucinotta”… Già speranzoso di vedere un ritratto della bella attrice (anche se un pochino preoccupato del fatto che un quadro simile giacesse all’interno di una casa di riposo, visto che difficilmente avrebbe avuto sugli ospiti un effetto “riposante”), chiedo indicazioni in merito alla Responsabile, la quale mi fa accompagnare presso la cucina della casa di riposo… (ettepareva?) Individuo il quadro elettrico,

Cos’è quel programma che usi tu… gnomo…linos(?), perché non lo trovo sotto windows?

Stavo rimediando alla mia carenza di caffeina, quando mi sento chiamare da PiccoloCapo. Mi presento nel suo ufficio sorseggiando il bicchierino di caffè e mi informo su quale problema lo stesse affliggendo… Lui mi guarda, guarda il bicchierino di caffè e pensa che potrebbe prendersene uno anche lui, poi mi fa “Non riesco a trovarlo!” Era metà pomeriggio, stavo per crollare preda di un subdolo abbiocco post-pranzo e non ero assolutamente in grado di comprendere frasi composte diversamente dal classico soggetto-verbo-oggetto… così mi prodigai in un raro esempio di perfezione linguistica “Chi, o cosa, non riesci a trovare?” Il mio impegno non mi valse la nomination per la consegna dell'Oscar come migliore linguista, ma attizzò le ire represse di PiccoloCapo “Non riesco a trovare il tuo programma!” I miei neuroni si misero tutti d’accordo e mi apparvero in mente le seguenti frasi: “Io non ho un MIO programma!” “Perché cerca qualcosa di mio nel suo computer?” “Perché cerca qual

Perché non me lo apri… stron#o…

Era quasi metà mattina, e già pregustavo un delizioso caffè alla macchinetta, quando l'urlo di PiccoloCapo riportò tutti alla normalità... “Perché non me lo apri... stron#o...” Normalmente PiccoloCapo parla al telefono o gioca a solitario con il computer (unica cosa che pare sappia fare bene...), e siccome: 1) non era in bagno a lottare con una grave forma di stitichezza; 2) dire una cosa simile al telefono è poco professionale; logicamente ce l'aveva con il computer, ed infatti dopo qualche secondo mi chiamò... “Che c'è?” “Questo stron#o! (il computer… n.d.t.) Non mi vuole aprire il programma...” “Quale programma?” “Quello di calcolo impiantistico...” “Ah, l'immane ciofeca...” “Si, quell’accidente di programma che non si vuole aprire...” (premessa: erano state comprate altre licenze e chiavi a sufficienza, quindi non era dovuto alla mancanza della chiave hardware la mancata apertura...) Io mi avvicino, clicco con il mouse sull'icona e apro il programma, quindi

Come lo lancio senza l'icona?

E venne il giorno in cui PiccoloCapo mi chiamò nel suo antro per dirmi “Senti, quell’accidente di programma per i calcoli elettrici...” “La ciofeca?” “Si! Ecco, visto che bene o male dobbiamo usare quello...” “Si?!” “Ecco, vorrei installarlo anche nel mio computer...” “Si?!” “Installamelo!” Ecco dov'era la fregatura. Mi accomodo sulla sedia di PiccoloCapo, stranamente più comoda della mia, inserisco il CD di installazione del programma e aspetto che parta l'autoplay... Uhm! Forse dieci minuti sono un po' troppi per un autoplay, diamo un'occhiata... risorse del computer... unità CD... apriamo la cartella... ecco l'autoplay... Boh! Non ho tempo da perdere... dov'è il setup... eccolo... clic e via... Dopo pochi istanti parte la procedura di installazione, con le solite finestre che sono una forma di pubblicità assolutamente non occulta di questa eccezionale chiavica che ci si ostina a far passare come programma di calcolo impiantistico... con la descrizione d

Spegnete la fotocopiatrice…

“Quando finite di fare le fotocopie, la fotocopiatrice va spenta!” Questo è l’ordine perentorio di GrandeCapo, che ha ricevuto da poco la bolletta della luce e considera colpevole di tutto la fotocopiatrice ed i computer (ma non sa come spegnere i computer e farci continuare egualmente a lavorare…), ed ogni ordine perentorio di GrandeCapo va eseguito, almeno finché non si rende conto delle c@##ate e dà immediatamente il contrordine perentorio… A nulla è valso cercare di inculcargli del buon senso, infatti lui ha deciso che è così, e “…mi è stato confermato anche dal tecnico dell’assistenza…” Per capire il senso di questo discorso, occorre considerare che, quando ha chiamato il tecnico per l’ultima riparazione gli si è appiccicato alle costole, finché il poveraccio, stressato dagli assurdi sproloqui, ha annuito quando GrandeCapo ha espresso il suo parere sul fatto che la macchina spenta consumi meno che in stand-by… (?) Forte di tanta assicurazione, GrandeCapo si è ricordato di tale m

Spegni la luce… solo nel tuo ufficio…

Il risparmio energetico è una gran bella cosa, ma quando è troppo è troppo!!! Ero da poco rientrato in ufficio da un cantiere molto simpatico, e dovevo posare tutto l’ambaradan che mi dovevo portare dietro, magari scaricando i dati dello strumento nel computer prima di chiudere tutto ed andare a prendere il mio meritato riposo… Siccome era da poco passato l’orario di lavoro normale, Segretaria era ancora lì, alle prese con PiccoloCapo per preparare delle ordinazioni (da quello che ho sentito, Segretaria era alle prese con le ordinazioni, mentre PiccoloCapo era alle prese con Segretaria… ma questa è un’altra storia…) Il mio ingresso rumoroso ha ovviamente distolto PiccoloCapo dalle sue attenzioni e Segretaria ha potuto dedicarsi con maggior profitto al suo lavoro, completandolo ed andandosene… (quando mi incrocia mormora un qualcosa di simile a “…azie…”, ma non sono sicuro di aver capito bene…) PiccoloCapo passa da me, ringhia un saluto (io grugnisco una risposta…) e lui passa ol

Come sei messo? ...che devi fare le olimpiadi...

Non so se qualcuno si è accorto che, recentemente, la città che detiene il primato di avermi tra i residenti, ha avuto anche il primato di ospitare delle importanti manifestazioni sportive… Se qualcuno se n’è accorto, sarà lieto di sapere che la Grande Società SuperEsperta ha contribuito alla realizzazione degli impianti senza i quali queste manifestazioni sportive non avrebbero avuto il successo di pubblico che hanno avuto… Ognuno dei membri dello staff tecnico della Grande Società SuperEsperta venne chiamato, a turno, nell’antro di GrandeCapo, dove lo stesso GrandeCapo (in prima persona personalmente…) con la consulenza e supervisione di PiccoloCapo, procedeva a stabilire le destinazioni, come un ufficiale reclutatore al Distretto Militare, che assegna le future reclute alle varie caserme… Nessuno si salvò, tutti vennero spediti a gestire in prima persona uno di quei siti sperduti tra le montagne, dove passarono interamente il periodo prima, durante e dopo i giochi… (vennero tra

Sono solo quattro c@##atine…

Come al solito, GrandeCapo ha cannato in pieno l’offerta (cannato nel senso di sbagliato: non penso che si fumi delle canne prima di fare l’offerta, anche perché otterrebbe dei risultati migliori…), e come al solito occorre produrre un risultato degno di nota in metà del tempo necessario ad ottenere il risultato di cui sopra, e con la metà del personale che normalmente servirebbe per avere lo stesso risultato nel doppio del tempo… (non seguitemi: mi sono perso anch’io…) Ecco che viene da me e mi fa “Guarda, c’è questo lavoretto abbastanza urgente da fare…” “Uh? Di che si tratta?” “Dell’impianto di ClienteRompimarroni, che va verificato e controllato!” “OK! Per quando serve?” “Prossima settimana!” “C@##o!!! Ma quell’impianto, per fare una verifica decente, richiede almeno una settimana di misurazioni sul posto, sempre che ti lascino girare senza rompere i marroni… Per non parlare del lavoro in ufficio: relazioni, calcoli (con l’immane ciofeca!), disegni e quant’altro…” “Ma no! E’ quas

Vestiti un po’ meglio quando vai dai clienti…

Quel giorno ero da solo nella saletta per il pranzo, come sempre del resto... Non guadagno abbastanza da andare a mangiare un piatto di spaghetti al bar, e vengo facilmente escluso dalle compagnie per questo motivo (inoltre, agli spaghetti del bar, modello filo-di-ferro..., preferisco senza dubbio il mio panino fatto in casa...) Stavo finendo di mangiare, pregustando il successivo periodo di navigazione in internet (fino al termine della pausa pranzo...), quando la porta si apre ed entra RSPCapo (che ci fa qua?) che si siede, prepara il suo assortimento di contenitori per il pranzo ed inizia la spola tra il forno a microonde ed il tavolo... RSPCapo ha due problemi di fondo: 1) ha un solo pensiero fisso in mente... (non parlo di quello... tutt'altro... il problema è di tutt'altra natura...) 2) è convinto che tutti debbano pensarla come lui... (e non si fa remore di cercare di convertire chiunque...) 3) (evabbé, ho sbagliato a contare...) ha una propensione a

Ben due telefonate in un solo mattino… (fresca fresca... di stamattina...)

Sono le 9 di mattina, l’ufficio non è ancora in piena attività, ma io e Termico siamo già da un pezzo al lavoro, a controllare le attività da svolgere per la giornata con il Programma Di Posta Elettronica E Attività Da Svolgere E Contatti Da Chiamare, che richiede circa mezz’ora solo per essere operativo (tra avviamento del Sistema Operativo, inserimento username e password, avvio del sistema ed infine avvio del sopracitato programma, che NON possiamo disinserire dall’avviamento automatico e che ci consente di fare la pausa caffè subito dopo aver avviato i computer e digitato username e password…), ed ecco che, bella bella (come un week end di pioggia al mare…), entra la mia caaaraaaa collega Disegnatrice con la sua solita grazia (come un toro in una cristalleria…) sbuffando contro il traffico, le tasse, la finanziaria, la destra e la sinistra, i politici, coloro che li hanno votati, il mondo intero e tutti quelli che gliela chiedono (?) mentre lei la darebbe volentieri ad altri che ne

Ma se noi cambiamo quel particolare…

Questo è, purtroppo, un classico… Normalmente, PiccoloCapo apre la commessa, poi si tiene il materiale nel cassetto finché non arriva il momento in cui il cliente gli telefona per sapere se è tutto a posto (che vuol dire che è ormai ora di consegnare…) ed allora PiccoloCapo chiama qualcuno per fargli fare immediatamente il lavoro… (e vai di nottate…) Il grosso problema è però quando, dopo aver dipanato le matasse e risolto tutti gli innumerevoli casini, si è alla fase finale, ovvero il plottaggio degli elaborati che saranno da consegnare… Murphy ha colpito innumerevoli volte, ma l’asso di briscola lo tiene per ultimo… GrandeCapo… E’ tardissimo, sia gli occhi che il computer faticano a restare aperti… la macchina del caffè sforna pressoché in continuazione… Sono lì che sto terminando di inserire tutte le codifiche nel disegno e sto per lanciare in stampa, quando GrandeCapo si appiccica alla spalliera della mia sedia (stile avvoltoio sulla spalliera del letto…) e allunga la mano,

Forse è meglio l’accendino… (e mica parliamo sempre della Segretaria...)

E’ bello sapere che chi lavora in un’impresa elettrica sovente ha solo vaghe nozioni confuse della materia con cui tratta ogni giorno… In particolare, il concetto di arco elettrico è senza dubbio molto confuso, specie per il nostro amico CapoCantierista… Vaghe nozioni di fisica dalle superiori, gli consentivano di sapere che l’arco elettrico è un fenomeno associato ad un corto circuito, e che è caratterizzato da un forte sviluppo di calore, ma tanto basta! Uno dei giorni in cui si trovava in sede, mentre era impegnato in una discussione animata con sé stesso consistente in un inventario di cosa poteva essere trafugato in magazzino (chiacchierava con sé stesso, dicendo frasi del tipo “…Questo lo possiamo mettere in Cantiere1, quest’altro è quello che serve per Cantiere2, no, è meglio se lo porti in Cantiere3… Oh! Questo è perfetto per Cantiere4…”) Ad un certo punto, decide di mettersi a fumare una sigaretta (all’epoca non c’era alcun divieto di fumo…), ma si accorge di non avere

So fare tutto… anche con la lingua…

Era molto strano, ma quel giorno Segretaria ed Amministrativa stavano prendendo il caffè insieme alla macchinetta... Io, in preda ad una delle mie leggendarie crisi di astinenza da caffeina, mi approssimo alla macchinetta, saluto entrambe con uno dei miei soliti grugniti, inserisco la chiavetta nella macchinetta che mi riconosce e comincia a preparare il caffè senza che nemmeno io prema il tasto corrispondente (non è proprio così, ma questa parte è talmente automatica e veloce che potrebbe anche esserlo…). Nel frattempo (macchina lentissima…), mi sorbisco un discorso del genere “Ti avrei chiamato, ma da quando sono stata trasferita nell'ufficio di GrandeCapo, non ci vediamo quasi più e... blablabla...” “Non ti preoccupare!” (Non mi hai praticamente mai invitato a prendere il caffè quando eravamo nello stesso ufficio, ed ora mi rompi i marroni per dirmi che ti dimentichi di invitarmi adesso che finalmente sono da solo a fare il mio lavoro...?!?!) Fatta la dovuta digressione ne

Guarda come ce l’ho bella…

Non so se ho già detto che Segretaria aveva uno spasimante, ormai “quasi marito” come diceva lei (tremavo all'idea che mi volesse invitare al matrimonio, come aveva “vagamente” accennato qualche volta...). Questo tipo lo avevo conosciuto una sera in Ditta, rientrando da un cantiere talmente stanco che, complice appunto la stanchezza, ho intravisto un qualcosa che somigliava (come dimensioni) ad un armadio guardaroba a 3 ante, ed ho capito che non era un armadio solo quando si è mosso per stringermi la mano (mi fa ancora male adesso...) Ciò premesso, il giorno dopo quella specie di festa che cade a metà febbraio, Segretaria aggirò la mia scrivania e si avvicinò a me con uno dei suoi sorrisi extralarge (per intenderci, quei sorrisi a 128 denti – per arcata – cui ci ha abituati la classe politica...) ed io commisi l'errore di girare la sedia ed alzare lo sguardo verso di lei (sapevo che stava per chiedermi qualcosa, così decisi di ridurre al minimo l'agonia...) “Cosa c'

...la segretaria romantica...

Un giorno, Segretaria mi chiese (o meglio, iniziò a parlare con me senza che io capissi che stava parlando con me, come faceva di solito ...) “...e non capisco perché non posso usare il computer per la mia relazione?” Siccome io continuavo a tacere e fare il mio lavoro, lei alzò la voce “Insomma, mi ascolti?!” “Eh? Cosa? Parli con me?”  “ECCONCHIALLORA? Non sono mica matta a parlare da sola?!?!” “Oh, stai calma! Che succede?”  “E' che questo computer... blablabla... ed io non riesco a capire perché non lo posso usare per la mia relazione?” Siccome avevo capito più o meno lo stesso che ho scritto, le rispondo “Beh! Con word dovresti poter fare benissimo la tua relazione...”  Lei mi guarda perplessa, poi si volta verso il computer e dice “Davvero? Secondo te basta word?” Ero tentato di risponderle con una frase sul tipo “No! Occorre che ci sia un cervello dietro che crei la suddetta relazione, poi word ti serve solo per scriverla, come se la scrivessi con carta e penna...” ma

Secondo te, è vergine…

Ero supermegaiperimpegnato con la stesura di quell’accidente di verifica che non andava, o forse era il programma che non andava (a quell’epoca non l’avevo ancora ribattezzato “la ciofeca”, ma il funzionamento era lo stesso…), e stavo trattenendo a stento delle espressioni molto colorite, quando uno dei miei neuroni si rende conto che Segretaria mi sta parlando (naturalmente, lei inizia a parlarmi senza preavviso, e sempre nei momenti meno indicati, quindi prima che capisco che sta parlando con me, ho già perso almeno metà del discorso… senza dubbio la metà che serve per capire quello che mi sta dicendo…) “… e come si fa a capire se è vergine?” Ammetto che la mia risposta (più grugnita che altro) è stata molto poco delicata ed estremamente volgare, però ha creato un paradossale silenzio che mi ha obbligato ad alzare lo sguardo verso di lei, preoccupato… (è così facile farla stare zitta???) Visto il suo volto color pomodoro troppo maturo, le sue labbra tremolanti ed il suo sguar

Credo d’aver la febbre: senti come ce l’ho calda…

Era periodo di influenza ma, stranamente, Segretaria non si era ancora messa in mutua, e la cosa era piuttosto preoccupante… Quel giorno entrò in ufficio con una faccia da moribonda, ed io, che avevo lasciato a casa il cervello, feci l’errore di chiederle se si sentiva bene… Una mezz’ora buona di discussione sul suo stato di salute, su come si sentiva, sul suo eroismo nel venire lo stesso in ufficio col freddo che faceva (naturalmente ebbi abbastanza buon senso da sorvolare sul fatto che una che ha freddo si mette la minigonna…) Quella mattina trascorse tra starnuti, brividi (più o meno simulati) e continui lamenti… Ad un certo punto, si avvicinò a me e chiese “Sai come si prende la febbre senza termometro?” Da vaghi ricordi del passato (ospedale militare…) mi sovvenne un dettaglio e risposi “Con le pulsazioni!” “Come?” “Prendi le pulsazioni e conti quanti battiti fai in un minuto…” Non ebbi nemmeno il tempo di terminare che mi si piazzò davanti sussurrando “Prendimele!” Na

Ecco, ho capito il concetto base…

Dovevo (ordine di GrandeCapo) insegnare a Segretaria le basi di word ed excel, per via di un mezzo casino che pare lei avesse fatto e che aveva fatto dubitare GrandeCapo della veridicità dello splendido curriculum di Segretaria... Per quanto riguarda word, in breve la ragazza fu in grado di usarlo come avrebbe dovuto usarlo fin dall'inizio... Per excel, le cose erano più complicate, visto che io lo utilizzavo principalmente per fare computi metrici, mentre lei doveva usarlo sostanzialmente per fare preventivi, liste di ordini, distinte di trasporto (si, veniva fatto tutto in excel, lasciando a word il compito di dedicarsi alla stesura di lettere e relazioni...) Non sapendo cosa insegnare di excel, iniziai con le basi, e capii subito che le conoscenze di Segretaria erano ridotte all'osso... Un giorno GrandeCapo stesso si presentò alla lezione, si sedette dietro a noi ed iniziò a seguire la lezione... (naturalmente, GrandeCapo non sapeva nemmeno come si accendesse un comp

Ma io lo so usare…

Quel giorno mi giunsero alcuni grugniti dall'ufficio di GrandeCapo (non dovetti chiedere se c'era...) e, dopo pochi istanti, Segretaria entrò di corsa in ufficio, si sedette alla sua scrivania e... scoppiò a piangere... Segretaria aveva il pianto facile, ma di solito chiamavo Amministrativa che le si sedeva accanto, le diceva qualcosa di consolatorio e... in breve tutto finiva... Quel giorno Amministrativa era assente... Spinto da un misto di compassione e di istinto di sopravvivenza, mi sedetti accanto a lei e le chiesi “Che è successo?” Lei mi cacciò via senza guardarmi ma, dato che errare è umano e perseverare è diabolico, io le posai una mano sulla spalla e le dissi “Su, dai... Non fare così... Che è successo?” Lei si voltò, mi abbracciò e continuò a piangere addosso a me (C@##o! La camicia nuova, tutta bagnata...!) poi, tra i singhiozzi, mentre cercavo di consolarla... lei iniziò a dire cose confuse come “Non è colpa mia!” “Io lo so usare...” “So come prenderlo...” “No