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Visualizzazione dei post da gennaio, 2011

Riccione, truppe coloniali..2

In realtà, dopo l’apocalittica esperienza da campeggiatori , e dopo un anno sabbatico di meravigliose vacanze torinesi (le colline di Torino sono uniche al mondo..), venne l’idea di ripetere l’esperienza, ma stavolta la decisione non si pose: la colonia! Io tremavo per i ricordi di rigidezza e disciplina ma tremavo di più all’idea di finire al campeggio. Raggiunta la colonia, scoprii che l’ambiente era sempre lo stesso, comprese le signorine. Ovviamente ci divisero a me e mia sorella, ma stranamente le cose erano diverse: lei fece immediatamente amicizia con le bambine della sua età e io feci amicizia con alcuni ragazzini del mio gruppo. La colonia era gestita con disciplina, ma le signorine sapevano come far divertire e come organizzare giochi e svaghi. Un giorno ricevemmo la visita di un carretto di gelati, spinto da un vasto gruppo di gelatai (il gruppo dov’era mia sorella, acconciato con costumini di cartone di tipo carnevalesco), poi lei ogni mattina scappava dal suo gruppo

Viet-Romag-Nam

L’anno successivo alla mia triste esperienza con il campeggio , decisi di recuperare il tempo perduto e, quando i miei genitori mi chiesero se preferivo la colonia o il campeggio, dissi che preferivo il campeggio. Quell’anno, raggiunse il limite minimo di età per partecipare anche la mia sorellina. Solito autobus, solito trasbordo verso Ravenna, raggiungimento della Marina e.. niente pineta. Ci scaricò in una zona pressochè desertica, dove un solo albero regnava sovrano indiscusso di tutta la savana, sotto il quale era montata la tenda dei caporali, mentre attorno, sotto il sole, c’erano le tende dei disgraziati.. La prima giornata eravamo stanchi, ma dalla seconda giornata cominciammo a capire che le cose erano cambiate. Il sole rendeva le tende incandescenti fino dal mattino presto, obbligando tutti a svegliarsi prestissimo, malgrado l’arsura avesse impedito di andare a dormire se non dopo molto tempo che il sole era sparito. Ognuno doveva provvedere a sé stesso, e infatti c’er

Morbus bizantinuum

Dopo l’esperienza con la colonia , chiesi ai miei genitori di lasciarmi provare (l’anno dopo) con il campeggio: avevo sete di libertà, non avendo mai sopportato la rigida disciplina della vita di caserma, neanche all’epoca.. L’anno dopo, mio padre richiese quindi il campeggio per le mie avventure estive, e scoprii (per la prima volta nella mia vita) che forse c’era una stella quando sono nato. Il solito autobus ci condusse alla Marina di Ravenna, splendida cittadina, addentrandosi quindi in una pineta rigogliosa dove ci scaricò di fronte allo sguardo attento di numerosi caporali travestiti da giovanotti e signorine. Scesi, fecero l’appello e ci fecero quindi prendere posto nelle tende, dove sistemammo la roba. Cominciarono quindi delle fantastiche giornate di giochi e gite a vedere il bello di una città che è stata sia capitale romana che bizantina. Ovviamente, essendo nella Marina, non mancavano le giornate al mare, compresa la volta in cui ci fecero ammirare l’alba sul mare adri

Riccione, truppe coloniali..1

La prima volta che sono stato in caserma, avevo ben 7 anni, e il periodo di servizio è durato esattamente 6 settimane. Era estate, il grosso ente per cui lavorava mio padre aveva messo a disposizione dei dipendenti, per i propri figli che avevano terminato le scuole, la colonia estiva, sita presso la famosa cittadina della riviera romagnola. L’autobus ci raccolse a Torino, poi proseguì verso Milano dove raccolse ulteriori vittime sacrificali, per giungere infine a Riccione, entrando nel cortile della caserma e scaricandoci dentro, mentre una folla di caporali travestiti da signorine aspettava il nostro ingresso. Schierati tutti in riga, cominciò la complicata fase dell’appello, durante la quale una signorina alla volta si avvicinava e chiamava alcuni nomi da un foglio, e i chiamati si avvicinavano a lei, che al termine diceva loro “Seguitemi!” e sparivano dentro una delle numerose porte, e nessuno li rivedeva più. Quando venne il mio turno, la signorina raccattò il gruppo e ci port

Buona Befana

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