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Visualizzazione dei post da gennaio, 2013

Invito a cena con delitto...

Era un po' che provavo a invitare l'architetta della controparte con la quale stavo seguendo diversi lavori . Le prime volte non voleva accettare temendo che avessi intenzioni poco serie, poi ha cominciato a conoscermi bene e ha capito che mi piaceva, così non accettava temendo di avere lei intenzioni poco serie... ma se non accettava, nemmeno rifiutava, e quindi non capivo se era il caso di proseguire o di "cambiare obiettivo", e nel dubbio proseguivo, anche se non troppo costantemente... Fatto sta, che erano circa tre settimane che non le dicevo più niente, e lei quel giorno per la strada di ritorno dal cantiere, si volta verso di me e mi dice "Ho una fame..." senza rendermene totalmente conto, le rispondo "Se vuoi, il mio invito a cena continua a essere valido!" Lei mi guarda un attimo, e io capisco che sta nuovamente cercando scuse per non accettare, senza però rifiutare, così la prevengo "Ma ovviamente questo lo sai, quindi se e quando

Coinquilino

Quel giorno, GrandeCapo, nella sua veste di "turistaper(s)ca(s)so" si volta verso CapoCantierista e ProgettaMannaggiamenti e dice "Beh, preparatevi che stanno per arrivare rinforzi!" Alla richiesta di spiegazioni che ha illuminato le speranze della trincea, già pronta a veder arrivare un battaglione di marines, ha risposto "C'è questo mio lontano parente, che alcuni di voi conoscono bene, che versa in brutte acque e ha bisogno di lavoro, e io gli ho proposto di venir qua! Che ne pensate?" CapoCantierista, che si vanta sempre di non aver timore a parlare direttamente con GrandeCapo e a contraddirlo quando necessario, si esibisce in un inchino con tappeto rosso uscente direttamente dalla bocca, cui mancava solo un sonoro "Sissignorsì, signore!", contemporaneamente ProgettaMannaggiamenti assume un'espressione neutra e apatica che eviti di mostrare che trattiene a stento la nausea, poi mormora un "Se ritieni che possa esserci utile...&

Serata in gelateria...

Visto che avevo il suo numero , tanto valeva che la chiamassi, ma io avevo un piccolo problemino di incomprensione linguistica, specie con lei che mescolava parole inglesi e tedesche, quindi il mio primo approccio fu più testuale: le inviai un sms in inglese. Lei rispose nel giro di pochi istanti con un sms in serbinglese, che dovetti leggere almeno 3 volte per capirlo. Le proposi quindi di uscire per prendere un gelato e lei accettò, ma solo se combinavamo un'uscita a 4, così chiamai il mio collega e lei chiamò la sua amica Bionda e ci trovammo tutti in gelateria, dove noi, essendo più vicini, arrivammo con discreto anticipo. Lei scese dalla macchina, mi si avvicinò e io mi alzai in piedi per salutarla. Ci stringemmo la mano e le dissi sorridendo "No kiss?" Lei scoppiò a ridere, poi aggiunge un "Yes, of course!" e via con i soliti 3 baci serbi, poi ci sedemmo e ordinammo i gelati. Le chiesi alcune cose sul suo lavoro e lei iniziò a parlarmi senza sosta, fac

Piani di fuga

In quel periodo , non era solo l'Italia che cambiava la propria classe politica, ma anche la Serbia stava in piena campagna elettorale, e vivendo in Serbia noi eravamo particolarmente interessati alla situazione. Secondo il regolamento locale, il presidente serbo si era dimesso, ricandidandosi, come gli altri candidati, in una situazione strana e incomprensibile per noi italici, talmente abituati al fatto che il vecchio presidente aveva il culo talmente appiccicato alla sedia, che talvolta dovevano buttarlo via insieme alla sedia stessa quando si insediava il nuovo... ma non confondiamo le cose: questa era l'Italia, e ora stiamo parlando invece della Serbia! Ogni giorno ascoltavamo le notizie locali, con la massima attenzione di cui eravamo capaci. Un giorno, escono infine i risultati delle votazioni, e scopriamo che il vecchio presidente è stato sconfitto, e al suo posto è salito un candidato diverso. Noi ci guardiamo attoniti! Il presidente che aveva voluto l'ingres