Ingegnera

Come dicevo, la nuova collega (PornoStar) era piuttosto indisponente e non era raro, frequentandola, che venisse voglia di prenderla, sdraiarla sulle proprie ginocchia e darle una serie di sculaccioni, se non fosse che la suddetta reazione avrebbe implicato una praticamente immediata conoscenza diretta del carcere serbo, e questo era un valido motivo per far finta di niente e lasciar correre ogni cosa.

Per fortuna, io la frequentavo pochissimo, e per maggior fortuna, assieme alla suddetta (o poco dopo) come a compensare, era giunta un'altra collega molto più razionale e intelligente, che essendo stata dislocata presso il cantiere, in quanto ingegnera strutturale, era a più stretto contatto col sottoscritto.
Cosa maggiormente rilevante, anche lei era piuttosto caffeinomane, quindi ogni tanto si alzava dalla sedia, poggiava la mano sulla mia spalla e mi sussurrava all'orecchio “Coffee?” “Yes, thanks!” e la raggiungevo nello stanzino, dove preparava i due nescafè che sorbivamo chiacchierando tranquillamente (dopo che, la prima volta, le ho detto scherzando che fatti da lei sono più buoni, insisteva per prepararli lei ogni volta, e quello strano miscuglio tra la mia pigrizia e la mia gentilezza mi impediva di rovinarle questo piacere).

Un giorno, si ritrovò immersa in uno dei suoi primi lavori sostanziosi, che consisteva nel realizzare un ampliamento della tettoia ferroviaria esistente, ampliamento che avrebbe richiesto, oltre alla sua competenza per realizzare la struttura, anche la mia per portare la luce in loco. Così, per unire l'utile al dilettevole, mi chiama e mi chiede di accompagnarla sul posto per prendere qualche misura.
Visto il tono della richiesta e lo sguardo che mi ha rivolto, non ho potuto rifiutare: ho messo da parte tutto il resto e ho preso la chiave della macchina, mentre lei raccoglieva gli strumenti di misura, siamo quindi scesi dal palazzo, superando le zone in fase di demolizione, e ci siamo diretti alla macchina.
Ho fatto un giro largo per giungere a destinazione, ma lei non se ne è preoccupata: il suo allegro chiacchierare ha comunque riempito il viaggio, mentre mi raccontava un sacco di cose su di lei, e mi rivelava di avere un paio di bambini, cosa che avevo intuito per un paio di motivi piuttosto evidenti, specie se confrontati con gli analoghi argomenti delle altre donne serbe.
Arriviamo sul posto, posteggio e scendiamo.
Lei si approssima al luogo di lavoro e mi chiama accanto a sé, non mi faccio ripetere l'invito e mi accosto, accovacciandomi accanto a lei, che mi consegna l'estremità della rotella metrica e mi manda in giro a prendere le misure, mentre lei tiene fermo il riferimento.
Dopo avermi fatto correre a destra e sinistra, arriva il momento di prendere un paio di misure anche in verticale, cui si ovvia col metro laser, ma lei non rimane molto convinta e decide di misurare direttamente una delle quote a suo parere dubbia, quindi ci arrampichiamo sulla passerella, ma non è sufficiente, lei osserva un paio di spuntoni e poi mi guarda, io assumo un'espressione spaventata “Are you crazy? I'm too fat and too grave for that elements!”
Lei sorride, mi da una pacca sulla pancia “Yes, you are right! I go up! You help me!” “Ok, if it's necessary to go up!”
Lei annuisce, si avvicina al pilastro, alza il piede e lo posa sul ferro, tenendo la rotella metrica in tasca, mentre io ne tengo ferma l'estremità contro il pilastro col piede. Lei si volta verso di me “Put your hands on my bottom! I need a solid support!”
Beh, è la prima volta che mi viene richiesto direttamente, quindi obbedisco agli ordini e le sostengo con decisione le chiappe, ma evidentemente non le è sufficiente, visto che la sento esclamare “Push! Push!”
Ok, le do una spinta verso l'alto permettendole di salire e contemporaneamente la spingo contro il pilastro, evitandole di precipitare sui vagoni alle nostre spalle.
Lei, affidandosi quindi alle mie mani, posiziona la rotella metrica, abbassa lo sguardo per assicurarsi che non si sia spostata dalla mia parte, e prende la misura, mentre io non perdevo d'occhio la sua sicurezza, e nemmeno le sue chiappe, ovviamente.
Alla fine, soddisfatta, mi dice “Ok, help me to go down!” e io manovro il contatto per permetterle di scendere. Lei poggia i piedi sulla piattaforma, si volta sorridendo e “Thanks! Now I'm ok: you can remove your hands from my bottom!” “Ok, if it's necessary!”
Lei si mette a ridere “It's not necessary, but it's better to remove them!” levo le mani ma prima che mi allontani lei mi piazza un rapidissimo bacetto sulla guancia, poi ridendo torna alla macchina “Let's go! To office!” “Ok, boss!”rispondo ridendo e partiamo.

Commenti

  1. Ahahaha anche alla fine avete fatto il giro lungo? :D
    Non so quanto tu sia in spirito di festa...comunque...buone feste! ;)

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    1. No, alla fine giro normale, lungo solo per salire in ufficio evitando le zone devastate ;)

      Grazie, buone feste anche a te :)

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  2. Stai usando il profumo "Sex Panther", per caso? "They've done studies, you know. 60% of the time, it works every time."

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    1. No, non mi sembra che si chiami così... ma il cirillico ancora non lo leggo bene... ;)

      Elimina
  3. “Coffee?” “Yes, thanks!”

    AAARGHHHHHH!!!!

    -------> “Coffee?” “Yes, PLEASE!” <-----------

    ARRGHHHHHHHHHHH!!!!!

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    1. Qual è il problema?
      Il caffè me lo preparava lo stesso :P

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