Ritorno in Serbia 3 - Il secondo giorno in Serbia

Era appena spuntato il sole che apro gli occhi!
L’unica cosa che noto è che non sta piovendo!
Mi alzo, guardo fuori dal balcone e mi accorgo che non c’è la macchina aziendale, ma altre macchine circondano comunque la mia Punto, in attesa che i proprietari vadano al lavoro.
Torno dentro, mi faccio la doccia e poi mi dedico a prepararmi la colazione, mentre rifletto su cosa devo fare: pagare l’ultima mensilità di affitto, riconsegnare il telefono e le chiavi dell’ufficio in ditta e riconsegnare le chiavi di casa al proprietario, e soprattutto farmi dare tutte le ricevute.
Non mi viene in mente altro, anche se so che sto dimenticando qualcosa.
Ovviamente non sento la signora, che non tenta nemmeno di avvicinarsi alla mia porta, ma non me ne frega assolutamente niente.
La macchina è pronta, quindi non mi resta nient’altro da fare. Ho fuori solo il minimo indispensabile per un paio di giorni (in fondo la tessera slovena dura una settimana, quindi i miei tempi sono comunque contati) e decido di approfittare del bel tempo per farmi un giretto nella zona.
Prima di tutto telefono al proprietario dell’alloggio, dicendogli di passare in serata con tutte le ricevute dei mesi passati, che gli pagherò l’ultima mensilità, poi esco.
La città al mattino è relativamente silenziosa e semi-deserta, a parte ovviamente le zone vicine ai due centri commerciali.
Mi incammino verso la zona centrale dove trovo un “menjacniza” (ufficio cambi) e chiedo il cambio attuale euro-dinaro, quindi mi faccio un paio di conti per scoprire quanto devo prelevare per pagare l’affitto (gentilmente il tipo mi presta la calcolatrice e un foglietto di carta dove segnarmi il totale).
Esco dalla banca e incontro il nostro taxista, che mi saluta cordialmente e mi chiede se vado in ufficio, gli rispondo che ci andrò nel pomeriggio, ci salutiamo e ci separiamo.
Lui allontanandosi prende il telefono e chiama qualcuno, ma non ci faccio caso.
Pochi istanti dopo, mi suona il cellulare serbo e sento la voce di Segretaria, che mi dice essere stata avvisata che ero in città, immagino dalla signora delle pulizie ma invece no: è stato il taxista, che le ha ricordato che devo ancora pagare l’ultima corsa verso l’aeroporto.
Rammento quindi l’episodio e mi accorgo che è vero, per cui le dico di farsi portare la ricevuta nel pomeriggio e darò a lei i soldi relativi. Lei acconsente e ci salutiamo.
Torno quindi in banca e prelevo la differenza per pagare anche il taxista.
Una passeggiata e mi trovo nelle vicinanze dell’ufficio, dove mi rendo conto che ormai è ora di mangiare e lì vicino c’è sempre il mio paninaro di fiducia... ;-)
Vado al chioschetto del “pekara” e ritrovo i fornitori di vettovagliamento, quindi mi prendo una “gourmanska” e una bottigla di sprite, e mi dirigo a casa, dove mangio.
Divido poi i soldi a seconda delle destinazioni, attendo la fine della pausa pranzo e richiamo Segretaria.
Lei mi dice di andare che il taxista le ha dato la ricevuta.
Vado, noto che i colleghi di sotto hanno modificato tutto usurpando la mia postazione, ma sono tutti felici di vedermi (o fingono bene). Salgo quindi al piano di sopra, e passando davanti all’ufficio di GrandeCapo lo vedo dentro, quindi lo saluto. Lui appare un po’ spaventato dal vedermi, ma si accorge che non ho atteggiamenti ostili, inoltre immagino che Segretaria lo avesse avvisato che sarei passato.
Passo oltre e trovo sia Collega che Contabile, saluto anche loro e mi perdo un attimo in chiacchiere con lui, che pare stupito di vedermi e soprattutto incapace di rendersi conto che sia venuto in macchina da Torino senza problemi.
Sentendo la voce, ecco che appare quindi Segretaria, che mi chiama nel suo ufficio, mi saluta con un abbraccio e i soliti 3 bacetti serbi, e sembra essere davvero l’unica felice di vedermi (o l’unica capace di fingere meglio degli altri).
Chiacchiero un po’ con lei, che si dice contenta di vedere che il mio aspetto è migliorato notevolmente (a suo dire pare che avessi un aspetto da condannato a morte negli ultimi tempi in cui ero in Serbia, e dice addirittura di esser giunta a preoccuparsi per la mia salute) poi le consegno i soldi per il taxista e lei mi da in cambio la ricevuta, le consegno quindi le chiavi dell’ufficio e le spiego che il telefono mi servirà ancora quella sera: il proprietario normalmente non suona al citofono ma mi telefona dicendomi di essere arrivato a riscuotere l’affitto.
Le spiego quindi (3 volte, per esser certo che comprenda) che il telefono glielo lascerò in casa e che il mattino dopo la signora delle pulizie lo potrà prendere e consegnare, inoltre le spiego che partirò al mattino prestissimo, quindi non passerò da lei a consegnare le chiavi di casa ma le lascerò nella cassetta delle lettere dell’appartamento (il proprietario ha le chiavi relative) e che mi farebbe un grande favore se ripetesse le stesse cose al proprietario suddetto, in modo che non ci siano dubbi o incomprensioni tra il mio inglese e il suo serbo. Lei è gentilissima, ancor più di quanto ricordavo, chiama immediatamente e spiega tutto dettagliatamente, quindi mi conferma e assicura che si svolgerà tutto come previsto. Si assicura anche che la signora abbia le chiavi del mio appartamento e che il giorno dopo passerà a pulire e recuperare tutta la roba da consegnare.
Io le chiarisco che ho preso tutta la mia roba, ma lascerò ovviamente sia quello che è stato lasciato dai precedenti inquilini/colleghi sia l’arredamento (parolone per indicare quei 4 mobili) che è proprietà della ditta e non certo mio. Lei annuisce, poi mi dice di restare in contatto, mi abbraccia e mi da i soliti 3 bacetti, quindi me ne vado.
La sera arriva il proprietario, mi consegna le ricevute, gli do i soldi, rimane male quando mi chiede di poter vedere il cambio e io gli dico che, malgrado io tramite l’affitto abbia pagato anche tutte le bollette, internet non funziona e che deve fidarsi della calcolatrice dell’addetto all’ufficio cambi.
Se ne va, dando un’occhiata in giro, ricordandomi di lasciargli le chiavi nella cassetta postale, quindi chiudo la porta e mi preparo la cena.
Vorrei uscire, ma vedo che ha ricominciato a piovere, e di conseguenza me ne vado a leggere un po’ e poi a dormire.
E così si conclude il terzo giorno di viaggio, ovvero il secondo giorno in Serbia.

Commenti

  1. Collega era incredulo, perché eri riuscito a superare: solchi, dogane, colpi di sonno, tassisti impiccioni, carri armati, cecchini... non perché avevi fatto 1400km in macchina; perché si sa, con una Punto in 1400km fai appena in tempo a mandare in temperatura l'acqua del radiatore. :-D

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    1. In effetti, credo che non potesse capire che io riuscivo tranquillamente a fare cose che molti di loro non erano capaci nemmeno di immaginare, con una Punto... ;-P

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  2. Caro MK,
    qualche altra storia a luci rosse??
    Ciao!

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