Era una strana giornata!

Era una strana giornata!
Il sole splendeva alto nel cielo, abbagliando con la sua luminosità, ma nessun tepore si sollevava dalla terra colpita da quei raggi freddi per via del clima invernale, anzi, un venticello freddo da nord soffiava lungo le strade.
La bicicletta avanzava lentamente trainando il carrettino con le ruote, carico di travi e assi di legno da recupero.
Il ragazzo pedalava con fatica lungo le strade in salita.
Ogni tanto, da qualche cortile una voce lo chiamava, lui deviava il suo percorso ed entrava dentro con la propria bicicletta, sparendo nel buio del cortile per poi ricomparirne dopo quasi un'ora, con qualche tavola in meno sul carretto e qualche pezzo di legno rotto in più.
Usciva, dava uno sguardo veloce in alto e ricominciava a pedalare, proseguendo in quello che sembrava essere proprio un lavoro, malgrado la giovanissima età: non poteva avere più di 13 anni, ma la corporatura era soda e le mani forti, da uomo e non da ragazzo.
Proseguì ancora un poco, dirigendosi verso il parco dove aveva intenzione di fermarsi un attimo a riposare, ammirando il verde spettacolo della natura in mezzo alla città e dimenticando per un attimo quello che succedeva attorno a lui ogni giorno.
Poche persone giravano per le strade, per lo più vi erano donne che andavano a comprare da mangiare, ragazzi che raccoglievano le erbe dai prati per portarle a casa e aggiungerle al pasto, alcuni passanti che si dedicavano rapidi ai propri affari e, in lontananza, un paio di militari in uniforme che camminavano senza troppa fretta.
Era una strana giornata!
All'improvviso il lacerante suono di una sirena squarciò l'aria!
Tutti si bloccarono, voltandosi verso la fonte del suono, increduli che in un simile momento la crudele realtà si riversasse su di loro!
Non fece in tempo a dissolversi il suono delle sirene che il cielo si oscurò come se una immensa nube si frapponesse tra il sole e la terra, mentre devastanti deflagrazioni si succedevano rapide!
La corsa rapida verso gli alberi, verso un qualsiasi riparo, mentre le deflagrazioni si avvicinavano!
Il boato che lo assordò, mentre una spinta devastante lo gettò a terra, l'affanno e il respiro strozzato mentre cercava disperatamente di spostarsi, conscio di quanto stava per succedere, mentre il sibilante fischio lacerava l'aria attorno a lui!
Un boato tremendo, assordante, devastante! La fiammata accanto a lui! Il suo corpo che rotolava spinto dalla violenza dell'esplosione!
Una corporatura forte e soda, da uomo, ma era pur sempre un ragazzino!
Il dolore lacerante levò ogni barlume di conoscenza e le tenebre piombarono su di lui: l'ultima cosa che vide furono le sue mani intrise di sangue, del suo sangue!
...
Non sapeva quanto tempo fosse passato, e non capiva dove fosse finito, ma sentiva che era sdraiato su un letto, sentiva che c'erano diverse persone attorno a lui, aprì la bocca e cercò di chiamare. Qualcuno rispose.
Gli chiesero chi fosse e cosa facesse in quel posto a quell'ora, e lui rispose dicendo il proprio nome e raccontando di come il proprietario della bottega lo mandasse in giro a rattoppare gli scuri danneggiati delle finestre, per ripristinare l'oscuramento necessario a non far filtrare le luci delle case e non facilitare il tragico lavoro dei bombardieri notturni nemici.
Poi lui chiese cosa fosse successo.
Gli raccontarono che l'allarme era giunto in ritardo, che il bombardamento era cominciato subito, che era stato colpito da una bomba esplosa al suo fianco e raccolto da un paio di militari e portato all'ospedale, ma che la carenza di personale e di mezzi avevano impedito un tempestivo intervento: avevano fatto il possibile, ma per il suo occhio destro era troppo tardi: la scheggia più grossa aveva tranciato il nervo ottico!
Era una strana giornata!
Lacrime colarono silenziosamente sulle sue gote, da sotto le bende, mentre gliele levavano e lui si rendeva conto che non avrebbe mai più visto il mondo come lo conosceva...

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